Elio Pagliarani, maestro di ritmica
figghiòla, 16 anni, 26 vaccinazioni già effettuate molte delle quali obbligate, qualcuna consigliata: ad es. le 2 pfeizer anticovid, che potrebbero essere molto presto obbligatorie (dipende dagli scenari epidemiologici e dalla situazione scolastica).
Giulio A. Maccacaro
"E in Italia?"
Prefazione a Henning Sjoström e Robert Nilsson, Il talidomide e il potere dell'industria farmaceutica, Feltrinelli, 1973.
(...) Nell'autunno 1960, quando A. Sabin veniva all'Istituto Superiore di Sanità ed il Ministro della Sanità andava al Congresso di Pediatria, la produzione di vaccino antipoliomielitico era riservata a due industrie farmaceutiche: l'ISI (Istituto Sieroterapico Italiano)[xxii] di Napoli e l'ISM (Istituto Sieroterapico Milanese) di Milano.[xxiii] La terza industria italiana specializzata nel settore “sieri e vaccini” è la SCLAVO (Istituto Sieroterapico Vaccinogeno Toscano) di Siena che, a quel tempo, si preparava a sua volta a produrre vaccino antipolio, ma precisamente del tipo Sabin.
Invece l'ISI e l'ISM producevano già, e soltanto, vaccino del tipo Salk: per esso avevano attrezzato gli impianti, di esso venivano riempiendo i magazzini. La produzione italiana era duopolistica ed il mercato era praticamente monopolistico dacché un acquirente soverchiava largamente gli altri: proprio il Ministero della Sanità. È questo Ministero che, quando ebbe notizia che la SCLAVO aveva preparato del vaccino orale tipo Sabin, mandò un medico provinciale a sigillarne i flaconi per impedirne la distribuzione. Intanto continuavano la produzione e la vendita, l'ammortamento degli impianti, l'esaurimento delle scorte e l'accumulazione dei profitti dell'lSI e dell'lSM. E così che si arriva al 1964 quando un altro Ministro della Sanità [xv], convinto anche lui ma fortunatamente in un altro senso, che il suo dicastero “non può fare dei bambini italiani cavie da esperimento”, diede il via alla distribuzione del vaccino orale attenuato. Da allora la poliomielite è andata praticamente scomparendo: 20 casi in tutta Italia durante i primi nove mesi del 1971!
Si può, dunque, concludere che la grande maggioranza dei 9.509 casi di poliomielite verificatisi in Italia nel triennio 1961-1963 sarebbero potuti essere risparmiati – per capire cosa questo significhi bisogna fare lo sforzo di pensarli uno a uno, famiglia per famiglia, bambino per bambino, bara per bara, paralisi per paralisi – se un certo vaccino fosse stato tempestivamente sostituito da un altro.
Ma il godimento di questo beneficio è stato posticipato subordinandolo a precisi calcoli di ammortamento... alle esigenze di profitto dell'industria che fino allora aveva prodotto il vaccino Salk corrispose un totale asservimento degli organi statali e del loro massimo responsabile: il Ministro della Sanità.[xxiv]
[xxiii] Sul mercato italiano erano anche presenti 7 vaccini antipolio tipo Salk prodotti da 5 ditte americane, una canadese ed una svizzera.
[xxiv] Collettivo dell’Istituto Superiore di Sanità, op. cit., p. 36.
[xv] Il Ministero della Sanità fu retto da: Camillo Giordana (democristiano) dal 16 febbraio 1959 al 20 febbraio 1962, Angelo Raffaele Jervolino (democristiano) dal 21 febbraio 1962 al 4 dicembre 1963, Giacomo Mancini (socialista) dal 5 dicembre 1963 al 21 luglio 1964.
Si veda anche: Pietro Mancini, ... Mi pare si chiamasse Mancini..., Luigi Pellegrini Editore, 2016
"Il cosiddetto "paziente uno" all'inizio aveva i sintomi classici di un'influenza e per due volte ha negato relazioni sospette con la Cina. Non rispondeva alle terapie ed essendo giovane era stato invitato invano a rimanere in ospedale sotto osservazione. Si è ripresentato il 19 notte, la polmonite si era aggravata, nessun farmaco funzionava. Nel primo pomeriggio di giovedì 20, dopo il trasferimento dalla medicina alle terapie intensive, si è accesa la lampadina all'anestesista che ha salvato tutti dalla catastrofe".
Quanto tempo è passato prima che scattassero le misure anti contagio? "La mia collega, forzando il protocollo, ha fatto fare il tampone. Prima ancora di avere conferme, personale e reparti sono stati messi in sicurezza".
tutti commissari tecnici
(...) Naturalmente non c’è stata nessuna invenzione dell’epidemia: sostenere, come ha fatto Agamben, che una macchinazione occulta di governo e mezzi di informazione abbia trovato in questa epidemia una nuova occasione, dopo il terrorismo, per impedire gli assembramenti e togliere il potere al popolo, ha la stessa credibilità delle tesi dei novax sul fatto che l’epidemia serva a promuovere la vaccinazione di massa e l’arricchimento delle case farmaceutiche. (...)
disinformazione, miopia e narcisismo intellettuale.
(...) Agamben ha costruito la sua figura di filosofo anti-sistema, per cui il suo intervento sembra mosso piuttosto dalla volontà di confermare i propri discorsi che di capire qualcosa di ignoto, come invece tentano di fare altri studiosi e scienziati – col risultato di convergere con le posizioni più becere degli anarchisti epidemiologici e dei complottisti.
Il povero Rodotà fa il Girmi nella tomba
non siete curiosi di sapere chi si erge a difesa della Costituzione e del dissenso inteso come "bene comune"?
Gilberto Corbelliniè professore ordinario di Storia della medicinae docente di Bioetica presso la Sapienza Università di Roma.
e comunque - ogni tanto - è il caso di cambiare aria